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CIFA chiede che ristoranti e bar restino aperti in sicurezza dopo le 18

“Che senso ha autorizzare gli operatori della ristorazione per il pranzo e poi non dar loro la possibilità di lavorare la sera, ovviamente nel rispetto delle obbligatorie condizioni di sicurezza?”. Continua Cafà preoccupato che, questo genere di provvedimenti, possa solo aumentare il dissenso e fomentare i gruppi di protesta che da alcune sere stanno scendendo nelle nostre piazze.

“Il Covid-19 c’è e ci sarà ancora per parecchio tempo, ma noi dobbiamo imparare a vivere con questo problema. Servono provvedimenti e anche testimonianze che educhino le persone a tutelarsi, a usare i dispositivi di sicurezza, a evitare gli assembramenti. Servono disposizioni coerenti e armoniche.

Per il presidente di Cifa, servono anzitutto maggiori investimenti per le terapie intensive e per l’assistenza domiciliare per evitare il collasso delle strutture sanitarie e di aiuti concreti da parte del governo: “A causa del Covid-19, molte famiglie non riescono a comprare beni di prima necessità. Abbiamo bisogno di provvedimenti veloci e incisivi che plachino i bisogni di queste famiglie, oltre agli investimenti già detti sul fronte sanitario”.

L’invito di Cafà ai decisori politici è quello di far fronte comune, abbandonando per il momento le contrapposizioni politiche. “Sarebbe auspicabile che evitassero strumentalizzazioni inopportune e facessero un uso attento dell’informazione al fine di non mettere a dura prova la coesione sociale”.

 

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