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Il futuro delle imprese chiede lavoratori stranieri formati nei paesi d’origine

CIFA Italia lancia il progetto di una rete internazionale dei servizi per il lavoro pubblico-privato ad arricchimento degli asset strategici del Piano Mattei. Avviato il dialogo con il Marocco

Dati, analisi e riflessioni sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono piuttosto preoccupanti. Certo, la formazione continua del capitale umano si conferma lo strumento principe per affrontare le sfide che attendono le imprese, ma il tempo scarseggia e la richiesta pressante di personale qualificato richiede uno sforzo per soluzioni sistemiche e di grande e veloce impatto.

L’Italia e più in generale gli stati europei hanno la necessità, per mantenere gli stessi livelli di produttività, di nuova forza lavoro che va trovata, almeno per i prossimi anni, nei paesi extra Ue. Dopo un tiepido intervento in questo senso (l’Avviso pubblico n. 2/2019 era finalizzato a finanziare in alcuni paesi attività formative per extracomunitari interessati a venire a lavorare da noi), oggi si richiede una progettualità più articolata e strutturata. Azioni a macchia di leopardo non possono garantire né continuità né efficacia.

L’idea progettuale di Cifa è dar vita a una rete internazionale dei servizi per il lavoro pubblico-privato (con ministero del Lavoro, Anpal, Regioni, Apl, enti di formazione, enti bilaterali e professionisti) che garantisca, in tempi brevi, la formazione della manodopera necessaria. Tra gli operatori della rete risulta indispensabile la figura del consulente del lavoro, primo e ultimo anello della catena, con il compito di individuare, prima, il fabbisogno formativo e di accompagnare, poi, il lavoratore neoformato in azienda.

Importante è la sinergia tra gli operatori pubblici, quelli accreditati alle Regioni, i professionisti, le aziende e i fondi interprofessionali. Questi ultimi, che negli anni hanno costituito la spina dorsale della formazione continua, potrebbero essere capofila di un’azione pilota finalizzata a creare un modello strutturato.

“Il progetto – dichiara il presidente di Cifa Italia e del fondo interprofessionale Fonarcom, Andrea Cafà - mira a qualificare capitale umano extra Ue attraverso un percorso di formazione continua che si svolge direttamente nei paesi di origine. È possibile che la fase di sperimentazione inizi coni il Marocco”.

Ed ecco le parole con cui l’ambasciatore del Regno del Marocco, Youssef Balla ha accolto la proposta: “Nell’ambito dell’accordo del partenariato strategico multidimensionale siglato nel 2019 tra Marocco e Italia, l’ambasciata accoglie con favore la proposta di Cifa che si candida a diventare l’associazione che intende avviare un percorso sperimentale con il Regno del Marocco in previsione della formazione nel Paese d’origine dei lavoratori che vengono a lavorare in Italia o a stabilirvisi. L’accordo di collaborazione è finalizzato a promuovere: la cooperazione nel campo dell’occupazione e degli affari sociali, lo sviluppo delle competenze, il lavoro dignitoso, nonché incontri tra operatori del mercato del lavoro italiano e marocchino, come, per esempio, agenzie per il lavoro, enti di formazione professionale, scuole, università, ecc.”.

Un sì pieno all’iniziativa giunge dai professionisti del lavoro. Come ha detto il vicepresidente della Fondazione Lavoro, Luca Paone: “Siamo fieri di far parte di questo progetto che accentua la portata etica e sociale del nostro operato. Con la nostra presenza sui territori non solo favoriremo un delicato percorso di inclusione ma ostacoleremo l’immigrazione clandestina. Si aprono così nuove frontiere per la professione”.

Per Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera: “Sottoscrivo in pieno il progetto di Cifa e di Fonarcom e accolgo l’apertura ampia che è giunta dall’ambasciatore del Regno del Marocco. Se qualcuno mi presentasse un protocollo di sollecito su questa iniziativa lo accoglierei immediatamente. Abbiamo bisogno di un’immigrazione formata e qualificata che può costituire un asset molto importante per il nostro Paese per i prossimi 50 anni”.

Per il vicesegretario generale del sindacato Confsal, Lucia Massa, “questo progetto sperimentale proprio perché fornirà personale specializzato alle imprese e, in particolare alle pmi, contribuirà al benessere economico del Paese. L’apprezzamento manifestato dal presidente Rizzetto ne conferma le potenzialità. L’auspicio di Confsal è che si possa quindi creare una rete italiana”.

Infine, il presidente Cafà ha dichiarato che è intenzione di Cifa “presentare la proposta al Governo, in considerazione anche del fatto che la rete per la formazione continua nei paesi africani potrebbe arricchire gli asset strategici del Piano Mattei”.

 

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