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La politica bene comune, la CIFA: maggiore attenzione alle realtà associative
nostro Paese, ed osserva una controparte politica ed istituzionale che molto spesso è lontana anni luce dalle esigenze reali degli imprenditori, e poco sensibile ai problemi che assillano la quotidianità del fare impresa.”
Queste dichiarazioni sono state rilasciate a margine di un incontro con imprenditori, dove è emerso che lo stato di salute della politica italiana è fortemente deficitario: non solo per la scarsa capacità di incidere sulle scelte della società e dell’economia, ma soprattutto per il profondo stato di degrado e di malessere che trasmettono alla società comportamenti ed atteggiamenti assunti dalla classe politica. Sempre più marcata la distanza dalle reali situazioni e necessità collettive, si osserva uno scollamento esasperante tra i rappresentanti ed i rappresentati: i politici di oggi sono impegnati nell’improbabile conservazione dei privilegi, mal destinando, in alcune circostanze, il finanziamento pubblico destinato ai partiti politici, in realtà destinato a fare circolare le idee e sostenere ideali.
"Al bene comune - continua Cafà - è anteposto l’interesse dei pochi, che in realtà dovrebbero farsi carico dei problemi di tutti per affrontare con decisione e determinazione un momento di drammatica crisi di sviluppo ed occupazionale, con particolare attenzione ai bisogni degli imprenditori, a cominciare, ad esempio, da proposte e soluzioni concrete in materia di credito alle microimprese”.
A conferma di quanto dichiarato dal Presidente confederale, basta osservare taluni movimenti di opinione, e quanta attenzione ed interesse destano le loro iniziative, che non devono essere considerati e liquidati come antipolitica, ma preziosi contributi alla riflessione sociale sui temi del futuro e del benessere. Sono segnali forti di una presa di coscienza della società, che devono essere quanto più possibile incoraggiati, perché avvicinano le persone alla politica del “fare il bene comune”.
"La Partecipazione aiuta a superare i momenti critici - conclude il Presidente della CIFA - di ogni entità sociale e va incoraggiata e non umiliata, anche perché vi sono delle realtà, delle associazioni, (quali la CIFA) che pur essendo diffuse sul territorio ed essendo occhi ed orecchie delle imprese, non trovano il minimo e dovuto riscontro nelle istituzioni e nella politica. Questo sistema insostenibile va cambiato".
a cura dell’ufficio stampa - CIFA
Queste dichiarazioni sono state rilasciate a margine di un incontro con imprenditori, dove è emerso che lo stato di salute della politica italiana è fortemente deficitario: non solo per la scarsa capacità di incidere sulle scelte della società e dell’economia, ma soprattutto per il profondo stato di degrado e di malessere che trasmettono alla società comportamenti ed atteggiamenti assunti dalla classe politica. Sempre più marcata la distanza dalle reali situazioni e necessità collettive, si osserva uno scollamento esasperante tra i rappresentanti ed i rappresentati: i politici di oggi sono impegnati nell’improbabile conservazione dei privilegi, mal destinando, in alcune circostanze, il finanziamento pubblico destinato ai partiti politici, in realtà destinato a fare circolare le idee e sostenere ideali.
"Al bene comune - continua Cafà - è anteposto l’interesse dei pochi, che in realtà dovrebbero farsi carico dei problemi di tutti per affrontare con decisione e determinazione un momento di drammatica crisi di sviluppo ed occupazionale, con particolare attenzione ai bisogni degli imprenditori, a cominciare, ad esempio, da proposte e soluzioni concrete in materia di credito alle microimprese”.
A conferma di quanto dichiarato dal Presidente confederale, basta osservare taluni movimenti di opinione, e quanta attenzione ed interesse destano le loro iniziative, che non devono essere considerati e liquidati come antipolitica, ma preziosi contributi alla riflessione sociale sui temi del futuro e del benessere. Sono segnali forti di una presa di coscienza della società, che devono essere quanto più possibile incoraggiati, perché avvicinano le persone alla politica del “fare il bene comune”.
"La Partecipazione aiuta a superare i momenti critici - conclude il Presidente della CIFA - di ogni entità sociale e va incoraggiata e non umiliata, anche perché vi sono delle realtà, delle associazioni, (quali la CIFA) che pur essendo diffuse sul territorio ed essendo occhi ed orecchie delle imprese, non trovano il minimo e dovuto riscontro nelle istituzioni e nella politica. Questo sistema insostenibile va cambiato".
a cura dell’ufficio stampa - CIFA