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Pubblicato il Report dell'Indagine Nazionale Smart Working 2020
La ricerca, cui hanno partecipato oltre 2mila lavoratori italiani del settore pubblico e privato, promossa dalla nostra confederazione, da Confsal, dal fondo interprofessionale FonARCom è stata realizzata dai ricercatori del Centro Studi InContra e presentata mercoledì 24 giugno durante un webinar de #IlLavoroContinua.
L’indagine sullo smart working nasce della consapevolezza che l’emergenza da Covid-19 ha investito il lavoro in un processo di trasformazione irreversibile. All’improvviso e in tempi brevissimi molte aziende italiane sono state colpite dalle pesanti ricadute del lockdown, mentre milioni di lavoratori si sono trovati a sperimentare - la gran parte per la prima volta - un modello emergenziale di lavoro agile, non sempre efficace o consapevole. È, dunque, innegabile che questo avanzato modello organizzativo abbia garantito, nelle settimane più critiche dell’emergenza, la continuità di tante attività professionali e la riorganizzazione di interi processi aziendali.
Cogliendo l’interessante anche se difficile opportunità offerta dalla situazione emergenziale, la ricerca si è proposta di indagare e di mappare vantaggi e criticità connessi all’applicazione del lavoro agile nel contesto italiano. Lo ha fatto rivolgendosi direttamente ai lavoratori, rispettivamente nei ruoli di responsabile e collaboratore. Sono stati rilevati attitudini e comportamenti personali in riferimento a 4 elementi chiave dello smart working:
- senso di comunità e teamworking,
- consapevolezza di sé,
- flessibilità e autonomia,
- digitalizzazione.
I risultati sono stati interessanti e, in parte, inediti.
Smart working, serve più equilibrio vita-lavoro
Tra le principali criticità emerse dalle risposte al questionario, i lavoratori hanno evidenziato la crescente difficoltà nel separare tempi di vita e tempi di lavoro, il considerevole aumento delle ore dedicate all’attività lavorativa, accompagnato dal rischio di un mancato riconoscimento degli straordinari, e il disagio associato al sentirsi sempre connessi e reperibili. Elemento, quest’ultimo, che per la nostra confederazione CIFA conferma la necessità di avviare, anche nel nostro Paese, una riflessione seria sull’importanza del riconoscimento del diritto alla disconnessione.
Dare forza al digitale e alla formazione continua per migliorare la produttività delle PMI
«Il cambiamento che ci è stato imposto dall’emergenza sanitaria riguarda non solo come si lavora ma come si possa oggi lavorare con efficacia – dice Andrea Cafà, presidente di CIFA e del fondo interprofessionale FonARCom. La pandemia, che ha segnato il ricorso massimo allo smart working, spingerà imprese e organizzazioni verso modelli sempre più basati sul digitale. Per questo occorre capire che lavorare in modalità agile non significa soltanto dotarsi di attrezzature tecnologiche o di una buona connessione. È fondamentale una formazione adeguata che punti ad aggiornare le competenze dei lavoratori e promuova i nuovi modelli organizzativi. Diversamente le nostre aziende non riusciranno a gestire la crisi e a garantire la produttività aziendale».
Guarda il webinar in cui sono stati presentati i risultati principali dell'indagine!
Sintesi Rassegna Stampa
'Smart working' più efficiente con contrattazione bilaterale - Ansa
La Bilateralità aiuterà lo smart working - Ansa Video
82% addetti vuole valutazione (60% pure paga) per obiettivi - Ansa
Smart working 2020, per il 70% ancora problematico il nodo vita-lavoro - Agenzia Stampa Dire
Risparmio costo trasporti e pranzo, i vantaggi dello smart working - Adnkronos
Lavoro, nel futuro dello smart working va previsto il diritto alla disconnessione - ItaliaOggi
Indagine nazionale sullo smart working: effetti e risultati - EconomyMag