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NUOVA FORMA DI TURISMO "INDUSTRIALE" ALLA SCOPERTA DEL "MADE IN ITALY"

Società con archivi da consultare, immagini da vedere, vicende e racconti da conservare e tramandare in un Museo, ma soprattutto di essere visitate da turisti e curiosi.
L’idea della guida al "Turismo industriale in Italia" nasce dall’associazione Museimpresa in collaborazione con Assolombarda. «Il turismo industriale è una declinazione del turismo culturale - spiega il Presidente Michele Perini - Il nostro obiettivo è quello di promuovere la politica culturale dell’impresa attraverso la valorizzazione delle strutture museali ed archivistiche». La maggior parte dei musei aziendali oggi aperti al pubblico, segnalati dalla guida del Touring, fanno parte di società moda e di design. Ferragamo, Zegna, Alessi, Borsalino, Kartell, Guzzini, ma anche Alfa Romeo, Bechi Piaggio, Motociclette Frera, per fare qualche nome. «Sono magari realtà che già esistevano ma che non avevano nessun contatto tra di loro. Soprattutto non avevano idea su come far nascere un museo con tutto il materiale accumulato negli anni. Ogni azienda che si rispetti ha un suo passato, una storia da raccontare e tramandare, soprattutto in termini di innovazione e prodotto. Da quando c’è la possibilità di farsi conoscere e di far parte di un circuito turistico continuano ad arrivarci richieste di adesione da parte di aziende che vogliono partecipare all’iniziativa».
Gli stranieri i più interessati. Muesimpresa il mese scorso ha organizzato un incontro a Milano tra alcuni dei più importanti musei d’impresa in Italia ed in Europa. Dalla Galleria Ferrari di Maranello all’Heritage Motor Centre di Warwickshire, dall’Accademia Cravatica di Zagabria alla Zucchi Collection di Milano. Spiega Perini, che è anche titolare della Sagsa, un’azienda specializzata in mobili d’ufficio ad altissimo contenuto di design: «Se il cuore dell’attività di un’azienda è rappresentato dalla capacità di competere, innovando continuamente sé stessa ed i suoi prodotti, tale capacità non può prescindere dalla costante attenzione alla propria storia, agli uomini, alle idee e ai prodotti che nel tempo ne hanno costituito l’identità».
Perini è figlio del fondatore di Sagsa. Molti i designer famosi che negli anni hanno collaborato con l’azienda, primo fra tutti Giò Ponti che disegnò tutti gli armadi per gli uffici, gli spogliatoi ed alcuni complementi per l’arredo del grattacielo Pirelli. Alcuni di questi oggetti sono stati recuperati e restaurati per essere donati all’istituto Italiano di Cultura di Chicago: «Una città che con Milano condivide l’interesse e la passione per la cultura e per il design. Uno degli aspetti più importanti della storia milanese e lombarda che riguarda direttamente le imprese è appunto il rapporto "virtuoso" tra il mondo della cultura e delle professioni ed il mondo della produzione». In merito alla tradizione, spiega: «Bisogna che la nostra iniziativa diventi una declinazione del turismo culturale e il numero crescente di visitatori ci conferma che abbiamo colpito nel segno».

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