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Il decreto compensazioni crediti esclude le imprese siciliane. CIFA: decisione infelice e penalizzante


I contenuti del decreto possono determinare per l’economia siciliana effetti devastanti – dichiara il Presidente Confederale
CIFA Andrea Cafàperché privano gli imprenditori locali di chiudere la partita creditoria di tutte le forniture verso Regione ed Enti locali, che ammonta ad oltre 3 miliardi di euro. Non entro nel merito dei tecnicismi che forzatamente motivano la mancata inclusione nel “perimetro” di applicazione del decreto, ma questa esclusione – prosegue Cafà - ha il sapore di un castigo ingiustificato che penalizza oltremodo le prospettive di rilancio nel breve termine, e spingono l’economia dell’isola verso il baratro. E’ incomprensibile pensare di adottare siffatte politiche per la crescita e gli investimenti al Sud, non a queste condizioni e limitazioni. Nei prossimi giorni intendiamo formalizzare al Ministro Passera ed a Monti la nostra posizione di profonda divergenza, auspicando che il Parlamento non converta in legge l’impossibilità degli imprenditori siciliani di lavorare”.

Della stessa intensità la presa di posizione di Fabio Virdi, delegato confederale responsabile CIFA per il Sud, riportata nei giorni scorsi dalla stampa regionale, di cui proponiamo la versione integrale della dichiarazione: “Ritengo il decreto fortemente penalizzante per tutto il tessuto imprenditoriale siciliano, con conseguenze sul piano economico e sociale che rischiano di mortificare, se non addirittura di cancellare, le residue speranze di riprendere il treno per il rilancio. Quando il Governo afferma che la combinazione dei quattro decreti costituisce un unico pacchetto per fare confluire liquidità alle imprese, in realtà priva la Sicilia di ingenti risorse utili a cercare di recuperare la distanza dall’”altra Italia”, con il paradosso che la Sicilia non viene privata di risorse pubbliche, ma di crediti vantati dai rapporti con la pubblica amministrazione. La fermezza con cui respingiamo l’impossibilità di potere compensare fiscalmente i crediti – conclude Virdi - deve essere colta dalla classe politica regionale e nazionale come una esortazione a farsi carico del problema, cercando in sede parlamentare non di risolverla, ma di cancellarla. Per il bene della Sicilia e nell’interesse dei siciliani onesti che fanno impresa.”

A cura dell’Ufficio Stampa - CIFA

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