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LA LEGGE SVILUPPO PUBBLICATA SULLA GU N. 176 del 31.07.2009 - Le grandi riforme per rilanciare l'economia

alle riforme strutturali per aiutare il Paese e il sistema produttivo ad uscire dalle difficoltà avviando processi di competitività, modernizzazione ed efficienza che configureranno l’Italia del futuro.

Ecco le maggiori riforme strutturali introdotte dalla Legge Sviluppo:

La nuova strategia energetica nazionale che colma un vuoto di oltre vent’anni e affronta finalmente i nodi irrisolti, i veti e le contraddizioni della gestione dell’energia nel nostro Paese che ci hanno fatto sinora pagare l’elettricità il 30% in più degli altri Paesi europei, ci hanno fatto dipendere dall’estero per l’85% dei nostri consumi e condannato ad alti tassi di inquinamento.

Con la Legge Sviluppo si snelliscono fortemente le procedure per la realizzazione delle reti e delle infrastrutture energetiche, si dà forte impulso alle fonti rinnovabili, si riapre la strada al nucleare. Diventa operativo il percorso per ridurre la nostra dipendenza dall’estero, abbassare il costo dell’energia, ridurre l’inquinamento, realizzare un mix elettrico con il 50% di fonti fossili (contro l’attuale 83%), il 25% di rinnovabili dall’attuale 18%, il 25% di nucleare.

La nuova politica industriale
: dopo dieci anni di dibattiti viene finalmente introdotto il “contratto di rete d’impresa” che supera il concetto fisico di distretto e consentirà alle aziende di minori dimensioni di aggregarsi in forme nuove senza perdere la propria identità, grazie ad agevolazioni fiscali, finanziarie e amministrative, per diffondere know how, investire insieme in ricerca, sviluppare insieme progetti di marketing, esplorare insieme nuovi mercati, aumentare la capitalizzazione.

La riforma degli incentivi alle imprese
: dopo 15 anni dalla fine dell’intervento straordinario si rimette mano alla definizione di una strategia industriale che riorganizzerà l’intero assetto degli incentivi alle imprese e agli investimenti produttivi, con forti snellimenti delle procedure e dei tempi, migliore valutazione dei progetti imprenditoriali, maggior ricorso ai cofinanziamenti pubblico-privato attraverso i nuovi Contratti di Sviluppo eredi degli attuali Contratti di Programma.

La class action e le misure a tutela dei consumatori: viene introdotta nell’ordinamento italiano l’”azione di classe” a tutela dei consumatori e norme di maggiore trasparenza per i servizi energetici e di telecomunicazione.

La riforma degli enti di internazionalizzazione per rendere sempre più efficiente e adeguata alle nuove esigenze dei mercati globali la politica di accompagnamento delle imprese all’estero.

La riforma delle Camere di Commercio in Italia e all’estero per aumentare l’efficacia della rete camerale nel sostegno ai sistemi economici territoriali.

La riforma dei Consorzi agrari, che chiude una pagina ventennale di crisi e incertezze di questo fondamentale strumento di sostegno della nostra agricoltura.

Il complesso dei provvedimenti dei 64 articoli della Legge Sviluppo configura un nuovo equilibrio tra Stato e Mercato coerente con i principi dell’economia sociale di mercato che ispira l’azione del Governo Berlusconi. Lo Stato rafforza il proprio ruolo di regolazione e sostegno delle fasce più deboli delle imprese e dei cittadini all’interno di un quadro di regole che tutelano e responsabilizzano il Mercato e dei soggetti economici.


Testo di approfondimento fornito dal Ministero delle attività produttive
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